Amici di Matera Inside, come sapete la maggior parte dei nostri articoli sono mirati ad esaltare le cose positive che ci sono nella nostra città e nella Regione; ogni tanto, però, è utile anche sottolineare quelle negative, non per polemizzare ma per sensibilizzare tutti i cittadini al fine di risolvere tali problemi.
Il problema che affrontiamo oggi parte dai dati forniti dall’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) nel Rapporto sul Consumo di Suolo 2018: da qualche anno, infatti, la massima istituzione in tema di salvaguardia ambientale redige un rapporto in cui si quantifica il livello del consumo di suolo a livello nazionale.
Qualcuno si chiederà: perchè tutta questa attenzione verso il suolo? Moda? Fanatismo ambientalista? Assolutamente no.
Il suolo, infatti, è una delle matrici ambientali fondamentali per la vita dell’uomo, in quanto:
- da esso l’uomo trae sostentamento grazie all’agricoltura;
- attraverso la vegetazione che cresce su di esso, regola il clima (attenuando le ondate di calore e di gelo), cattura e conserva grandi quantità di anidride carbonica, controlla l’erosione, regola la qualità dell’acqua, conserva la biodiversità, ecc.;
- offre servizi ricreativi e culturali.
Va quindi sottolineato, per cercare di invertire il trend, che la città dei Sassi è il comune in Basilicata con più km quadrati di suolo consumato (ben 21) seguita da Potenza (19 kmq) e Melfi (14 kmq): il dato materano è pari a quello di capoluoghi di Regione come Cagliari e Catanzaro, e supera addirittura quello di città come Salerno e La Spezia. Il dato è confermato dalla seguente figura, che mostra come tra il 2016 ed il 2017 i comuni con maggiore incremento di suolo perduto per sempre sono Matera, Balvano e Corleto Perticara, oltre che Salandra e Scanzano Jonico:

All’interno del Rapporto sul consumo di suolo del 2018 è presentata, come esempio di conversione di suoli da naturali a cantieri edili, proprio una zona della città dei Sassi (quella a ridosso dell’ospedale Madonna delle Grazie, tra via Montescaglioso e Contrada Chiancalata):

Fonte: Rapporto sul consumo di suolo, edizione 2018
Quale sarebbe la soluzione a questo problema? Innanzi tutto una presa di coscienza forte da parte delle istituzioni affinché pongano in essere misure atte a incentivare il riutilizzo del costruito oppure la demolizione di vecchi palazzi e la successiva costruzione di nuove abitazioni (come è avvenuto in via San Pardo, per intenderci); il tutto, però, può funzionare solo se anche noi cittadini capiamo e facciamo capire a chi ci sta intorno che lasciare a chi vivrà tra 100 anni un mondo almeno uguale a quello in cui siamo adesso è un dovere che, se disatteso, può portare alla distruzione del genere umano stesso.
Immagine in evidenza: immagine aerea di un cantiere edile tra via Montescaglioso e contrada Chiancalata (fonte: Rapporto ISPRA sul Consumo di Suolo 2018)
Fabio Rizzi per Matera Inside